lunedì 17 febbraio 2014

Michela Moioli "Penso già alla medaglia per Pyeonchang2018"

Intervista esclusiva per L'Eco di Bergamo
Maria Pia Valls Beltran

SOCHI (Russia), Febbraio 17. "Mi è entrata addosso. Mi ha tagliato la strada, invece di impostare il penultimo salto seguendo la linea corretta e siamo cadute entrambe - racconta con un accento velatamente polemico la bulgara Alexandra Jekova, 27 anni, quasi tamponata da Michela Moioli in finale - ho un po' di mal di schiena adesso, ma è tutto ok, lei come sta?"

L’abbiamo incrociata nella case delle mamme, creata dalla P&G nell’Olympic Park dove la rabbia si stempera facilmente: "Non sono arrabbiata con quella ragazzina italiana, anche se potevamo farci davvero male, è giovane e voleva vincere, come vogliamo tutte, quindi va bene così, spero che si rimetta presto".

Alexandra ieri si è piazzata quinta in finale, perdendo - proprio come Michela - la medaglia di bronzo.
 
La Moioli, invece, era al Villaggio, su a Polyana. L’abbiamo raggiunta al telefono.
Come va?
"Adesso fa un po' male, sono a letto per evitare che, camminando, si peggiori la situazione. Il ginocchio sinistro è gonfio e mi dà abbastanza fastidio. Ieri ho picchiato anche il polso, ma è solo una botta. Passerà presto. Adesso l'importante è operarmi subito"

Quando rientra a Bergamo?
“Torno domani. Non ho ancora capito che volo prenderò ,ma sarò a casa per sera. All'inizio mi avevano detto che potevo rimanere fino al termine delle gare, ma poi abbiamo deciso, insieme allo staff medico, di farmi rientrare, perché prima torno e meglio è anche per il ginocchio”.

Torniamo alla gara di domenica: avete avuto problemi con la pista?
Secondo me i tracciatori hanno sbagliato qualcosa: era un tracciato molto pericoloso con tanti salti da brivido. In allenamento sono uscita a testa in giù in un salto, per fortuna lì non mi sono fatta nulla. Alcune curve erano tagliate solo per fare spettacolo e immettevano su salti di 3 metri con atterraggio sul piano. Conclusione: io e la norvegese Helene Olafsen, uscita nella prima run, ci siamo rotte il crociato, la statunitense Jacqueline Hernandez, uscita anche lei nella prima run, ha subito un trauma cranico.

Il tuo allenatore diceva che era fatta più per gli uomini...
E' tosta anche per gli uomini.

Domenica hai vissuto mille emozioni, dal "quasi bronzo" alla notizia del crociato lesionato. Dopo 24 ore come ti senti?
Mi è dispiaciuto davvero, davvero tanto per il risultato. Ho visto la medaglia e mi sentivo di averla in tasca, purtroppo questo è uno sport così, dove tutto può succedere, fa parte del gioco e quindi mi adeguo. Anche se ti girano le scatole comunque.

Il momento migliore della gara?
Senza dubbio è stato l'accesso alla semifinale,dove sono arrivata terza per pochi centimetri con un finale di discesa al cardiopalmo. Mi sembrava di impazzire in attesa del photo-finish. Quando è uscito il mio nome sul tabellone, ho urlato. Vedevo i miei sulle tribune e sicuramente è stata la cosa più bella di domenica.

Sono venuti in sei da Bergamo per te, li hai incontrati dopo la gara?

Si! Mentre ero in pista avevo intravisto lo striscione del fun club, Poi, quando mi hanno portato giù con il toboga, ho visto la mamma e mia sorella Serena, che è persino svenuta durante la finale! E' stata un po' stupida, perché non aveva mangiato niente dalla mattina e l'agitazione le ha fatto un brutto scherzo.

Il tuo allenatore, Cesare Pisoni cosa ti ha detto dopo la gara?

Era felice, perché ho tirato fuori la grinta. Poi purtroppo è andata così. Era contento, lui e tutto lo staff, per come ho affrontato la gara. Ai quarti ero molto tesa però sono partita bene e mi sono mantenuta in seconda posizione fino alla fine. Questo mi ha aiutato a sbloccarmi. Poi in semifinale è stato difficile con la Jacobellis e la Maltais, che poi ha vinto la medaglia d'argento...
 
In semifinale sei stata dietro per quasi tutta la gara, ci credevi comunque?
Si. Davvero. Non sono partita bene, ma mi dicevo "Vai tranquilla perché davanti cadono". Le vedevo tutte attaccate. Continuavano a entrare in contatto. Poi la fortuna mi ha aiutato. La finale è finita male, ma non ho rimpianti. Per quanto riguarda l'infortunio, meglio spaccarsi il crociato in una finale olimpica a 18 anni che in una gara meno importante. Va bene così.

Hanno vinto le più forti?
La ceca Stankova, medaglia d'oro,  è davvero in forma. Secondo me poteva battere anche alcuni degli uomini. E’ giovane, ha un fisico della madonna e tecnica da vendere. Anche la Maltais se lo meritava, perché  è fortissima e negli ultimi anni ha vinto quattro coppe del mondo.

Ma com'è essere alle Olimpiadi a 18 anni?
Un sogno. Il posto è spettacolare e rappresentare Bergamo qui davvero mi fa sentire importante. Ogni volta che entro su Facebook ho almeno dieci messaggi di gente della mia città che mi scrive e mi fa il tifo. Da bambina sognavo di fare qualcosa di grande: l’ho arrivando alle Olimpiadi. Immagino cosa si provi a vincere una medaglia. Questa volta non ci sono riuscita per un pelo, ma alla prossima Olimpiade il podio è mio.

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