giovedì 20 febbraio 2014

Gli Skiman dello snowboard azzurro: onore di Bergamo.


Da L'Eco di Bergamo, 21 febbraio
di Maria Pia Valls Beltran


SOCHI, 21 febbraio - Il team azzurro che accompagna la squadra di snowboard è composto da quattro orobici D.O.C. Oltre al direttore tecnico Cesare Pisoni ci sono anche Luca Migliorini, Gianluca Vernillo e il giovane Matteo Pirletti.

Luca Migliorini, 33, Carona

"Seguo la nazionale da otto anni, vengo da Carona - racconta Migliorini - qui a Sochi abbiamo trovato un clima sorprendentemente caldo e una neve veramente brutta, sembra quella di fine stagione, una condizione alla quale devi necessariamente adattarti". Per aiutare gli atleti a tirare fuori il meglio di sé le Olimpiadi sono state preparate anche con attenzione al fattore clima. "Abbiamo provato a lavorare cercando di allenarci dove le condizioni erano simili a quelle che avremmo trovato qui, ma è stato molto difficile - spiega Migliorini - da noi sulle Alpi continuava a nevicare, e anche quando siamo  andati all'Acetone di giorno con il sole ce n'è stato solo uno". Nella vita Luca convive con la sua compagna in una casa appena finita: "Dopo le Olimpiadi torno un paio di giorni a Bergamo e poi sono via altri dieci per la Coppa Europa, poi altri due a casa e si riparte per gli Italiani e gli Juniores - racconta con un po' di rammarico - non vedo l'ora che finisca la stagione per godermi un po' la casa nuova!"


Gianluca Vernillo, 33, Boltiere
"Per me è la prima volta ad un Olimpiade - racconta con entusiasmo Gianluca Vernillo - non sapevo cosa aspettarmi e trovo che sia tutto davvero emozionante, tutto nuovo. Il villaggio olimpico con la possibilità di condividere il proprio lavoro e la propria passione con tanti atleti e tecnici di altre nazioni, così come il piacere di vedere i risultati di un lavoro durato 4 anni è veramente unico". Niente cerimonia di apertura per la squadra dello snowboard: "Parteciperemo alla chiusura, siamo arrivati qui il 14 febbraio - prosegue Vernillo - dei miei compagni di avventura bergamaschi ho conosciuto Migliorini e Perletti nello snowboard, mentre Cesare Pisoni lo conoscevo di fama, solo più tardi abbiamo scoperto di abitare entrambi in provincia di Bergamo e di avere tanti amici in Comune, abbiamo imparato entrambi a sciare a Lizzola". Tra i valori che lo skiman di Boltiere ha portato alla nazionale la competenza e la preparazione: "Sono laureato in scienze motorie con una specialistica ed un dottorato di ricerca all'Università di Milano, mi sono messo a servizio dei ragazzi che in questi anni sono cresciuti davvero tanto - racconta Vernillo - la fine stagione è sempre il momento più duro, quando ci si confronta per tirare le somme e gettare le basi per la stagione successiva". Gli infortuni di Michela Moioli e Omar Visintin però aprono anche la delicata fase del recupero: "Fino a Sochi tutto
era andato bene, purtroppo ora avremo questi due atleti da recuperare, di certo posso mettere la mano sul fuoco sulla loro professionalità nel voler rientrare, il lavoro e la passione sono la spinta motivazionale più grande - e poi conclude - a Casa Italia si mangia benissimo, ma se devo essere sincero mi mancano davvero tanto i nostri casonsei".

Matteo Pirletti, 20, Branzi
Matteo è il più giovane degli orobici in missione con la Nazionale: "La passione per lo snowboard è nata dall'esperienza personale, ero un fondista fino a un paio di anni fa e facevo le gare - racconta Pirletti - con Michela Moioli ho un rapporto amichevole, siamo quasi coetanei, la sua gara alla fine non è andata bene, ma la cosa più bella è saperla ancora motivata per le prossime gare. Sicuramente voleva la medaglia e lo ha dimostrato". Debutto nel circo dei cinque cerchi anche per Matteo: "Non c'è qualcosa che mi emoziona più di altro anche se sono rimasto sorpreso dall'aver trovato un ambiente sereno che pensavo più teso - confessa il giovane skiman - avevamo paura anche per il discorso sicurezza, mentre invece devo dire che come pubblico, rispetto alle gare di Coppa del Mondo, si sente proprio la differenza". La giornata dello skiman azzurro prevede il training della mattina fino alle 11, poi pranzo a Casa Italia e nel pomeriggio via alla preparazione delle tavole per le gare del giorno dopo. "Si testano le scioline, anche tenendo in considerazioni le previsioni del clima già dal giorno prima - conclude Matteo - sono in giro da settembre quando si comincia con le settimane corte su allo Stelvio, dopo le Olimpiadi torno a casa tre giorni e poi riparto per i training in Alto Adige, c'è da dire che gli impianti quest'anno non ci hanno fatto trovare ottime condizioni, è colpa del caldo".







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