sabato 8 febbraio 2014

Aperti i giochi!

SOCHI, 8 Febbraio - Da ieri sera (venerdì 8 febbraio) la fiamma olimpica è accesa a Sochi. La 22° edizione dei Giochi Invernali è stata inaugurata con una cerimonia elegante e ben riuscita nonostante i discussi costi elevati, 400 milioni per il solo spettacolo di apertura e la complessità tecnica delle realizzazioni che per la prima volta potrebbero essere paragonate allo sfarzo di quelle estive.  Gli atleti sono stati messi al "centro" delle novità  Giochi anche durante la serata di ieri (pomeriggio italiano): per la prima volta infatti le squadre nazionali sono entrate nel Fischt Olympic Stadium all'inizio della cerimonia prima di prendere posto dietro il palco principale nella tribuna opposta a quella occupata della Famiglia Olimpica .

L'altra novità sulla parata è stata la provenienza: non ingressi laterali per gli sportivi pronti a darsi battaglia su piste e impianti interni - rigorosamente targata Fair Play, come ha chiesto il presidente del CIO, Thomas Bach durante il tradizionale discorso di inaugurazione - ma un ingresso "sotterraneo", mentre la pavimentazione anticipava gli arrivi della nazioni con proiezioni degli stati che lanciavano i boati del pubblico tifoso.

Due i misteri da risolvere di una serata che non ha fatto registrare problemi di sicurezza, nonostante la massima, seppur discreta (nei controlli) allerta delle forze dell'ordine, resta quello riguardante la squadra olimpica tedesca, scesa in parata con una tuta dai colori che parevano richiamare quelli della bandiera di appartenenza delle persone omosessuali. L'altro nodo da sciogliere riguarda la prima rappresentazione iconografica dei cerchi olimpici: l'ultimo fiore dei cinque non è sbocciato, trasformandosi in cerchio, lasciando la perplessità su un eventuale - ed unica - disfunzione tecnica di tutta la serata.

La sequenza storica proposta in "Dreams of Russia", questo il titolo dello spettacolo offerto dal Comitato Organizzatore per Sochi 2014, hanno rivelato uno spettacolo tecnico complesso e ambizioso, probabilmente mai tentato nella storia delle Olimpiadi, che ha avuto il pregio di non sforare nell'accozzaglia di temi senza filo logico. Ieri sera al Fischt Stadium il filo era magistralmente condotto da una bambina di nome Lubov - Amore in russo, che diventa l'eroina del viaggio storico nella "Russia Com'eravamo".

Dai tempi della preistoria con una rappresentazione dell'Odissea Russa, e la celebrazione dello zar Pietro Il Grande, primo a dare una flotta navale alla sua gente, e fino all'accensione finale della torcia l'apice dello show è stato raggiunta nel bel mezzo della celebrazione con "Time Forward! Ballet Suprematic", una rappresentazione della rivoluzione russa del 1917 con un gigantesco treno sospeso in aria e circondato da numerosi pezzi meccanici di ricambio in perfetta sintonia con il concetto fondante della corrente artistica russa dell'Avant-Garde.

Al momento dedicato al tradizionale discorso del presidente del Comitato organizzatore, Dmitry Chernyshenko, ha dato il benvenuto al mondo intero che Sochi vuole ospitare per le prossime due settimane: "Questa è una città unica, la Russia è un paese unico, il più largo del mondo dove l'Europa incontra l'Asia, un paese di successi e vittorie ". Chernyshenko ha anche ringraziato i 2694 volontari presente rimarcando ancora una volta lo slogan dei giochi di Putin: Hot, cool and yours. Accoglienza calorosa, modernità garantita dalle nuove discipline battezzate sotto la bandiera olimpica e condivisione di intenti con l'obiettivo unico di unire le diversità attraverso lo sport. Come De Coubertin ha sempre voluto.

Thomas Bach, bronzo nella scherma ai Giochi del 1976, nella sua prima "performance" olimpica in vesti presidenziali è apparso sulla scena internazionale ricco di carisma, rivolgendosi al pubblico con i saluti in lingua russa e ottenendo immediatamente il calore della folla. "Stiamo scrivendo una nuova pagina olimpica, siamo qui con un grande rispetto per questo Paese e la sua cultura, a Sochi sono riusciti a realizzare in 7 anni quello che in altri paesi sarebbe stato raggiunto in decenni" . Vladimir Putin si è attenuto al rispetto delle leggi contenute nella Carta Olimpica, limitandosi a dichiarare aperti i Giochi Olimpici Invernali senza alcun tipo di aggiunte o propagande.

Nella suggestiva cornice suggestiva dello stadio oscurato la coreografia giocata sul celeberrimo Lago dei Cigni di Pëtr Il'ic Tchaikovsky ha esaltato la ballerina classica Diana Vishneva: come turbinii di illuminazione le danzatrici che l'accompagnavano hanno cominciato ad accendersi sul pavimento illuminandosi l'un l'altra fino a quando il pavimento è stato costellato di sfere incandescenti e la colomba della pace si è risvegliata

D'impatto anche la scenografia allestita in "Olympic Gods" dove sculture in metallo rappresentanti 7 atleti impegnati in altrettanti gesti di sport invernali, si illuminavano e muovevano a tempo di musica sulle note di "The Game is change" dei Daft Punk. Al termine una di queste figure giganti e sospese nel cielo, con i contorni del giocatore di hockey lancia il suo disco attraverso il cielo facendo cenno al 1° tedoforo per la conclusione della cerimonia.

All'interno del Fischt la fiamma è stata portata dalla campionessa di tennis Maria Sharapova che l'ha passata a Yelena Isinbaeva, 2 volte medaglia olimpica nel salto con l'asta, Alexandre Karelin, triplo campione olimpico nella lotta e Alina Kabaeva, due volte medaglia olimpica in ginnastica. Gli ultimi due portatori, dopo tre quarti di giro dello stadio sono stati Irina Rodnina, 3 volte medaglia d'oro olimpica nel pattinaggio di figura e
Vladislav Tretyak, giocatore di hockey e 3 medaglia olimpica.


Hanno corso insieme, Irina e Vladislav, i più attempati del gruppo: nelle loro tute da tedofori, come i tanti che li hanno preceduti, portando la fiaccola olimpica addirittura sullo spazio, hanno incarnato ancora una volta l'emozione palpabile di chi ama sport e ama le Olimpiadi. Uno spettacolo unico al mondo vissuto dal vivo, uno spettacolo che può far piangere chi di sport vive e non ha timore di vivere a pieno l'emozione olimpica. Ieri sera ho pianto.


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